Come difendere i Vangeli con fiducia
Il mese scorso, lo psicologo di Harvard e intellettuale pubblico ateo Steven Pinker ha pubblicato questo tweet provocatorio: “Come ogni ebreo sa, c’è controversia (per usare un eufemismo) sul fatto che Gesù fosse il messia. Ma esisteva davvero? Un nuovo libro di R. G. Price sostiene: ‘Decifrare i Vangeli dimostra che Gesù non è mai esistito.'”
Questo commento ha raccolto oltre mille Mi piace e 600 condivisioni. Questo, nonostante il fatto che il libro evidenziato da Pinker sia stato auto-pubblicato da qualcuno senza le credenziali accademiche pertinenti. La sua tesi è storicamente risibile. Ma l’asporto è uno che anche un ateo altamente istruito come Pinker sarà lieto di ingoiare e propagare. Post come questo rafforzano l’idea popolare che Gesù sia un personaggio fragile e semi-mitologico, che indossa sicuramente sandali, ma senza alcuna chiara impronta storica.
Noi cristiani conosciamo meglio. O noi?
Fermate il cristiano medio e chiedete se c’è qualche prova storica per la persona su cui hanno scommesso la loro vita, e probabilmente sentirete mormorii imbarazzanti. La maggior parte di noi cera apologetico quando le persone chiedono circa le prove per Cristo, ma non nel senso giusto: Piuttosto che offrire ragioni per la nostra fede, abbiamo semplicemente rivelare la nostra ignoranza. Tutto ciò rende possiamo fidarci dei Vangeli?, un nuovo libro da Cambridge University Bible scholar Peter Williams, essential reading.
The Best Records
Williams inizia estraendo i primi scritti non cristiani su Gesù e sui suoi seguaci: fonti come il racconto dello storico romano Tacito sui cristiani accusati del Grande Incendio di Roma (64 d .C.); o la corrispondenza di Plinio il Giovane con l’imperatore Traiano, riguardo alla severità con cui perseguitare i cristiani; o lo storico ebreo del I secolo Giuseppe Flavio…